… E POI SEGUE IL SUO COLLAUDATO METODO
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Avrà successo nell'indagine il nostro ispettore Holmes? In fondo è tutta questione di metodo!
Che cosa può insegnare il suo modo di condurre l'indagine poliziesca a te che certamente non sei un poliziotto e, probabilmente, non hai nessuna intenzione di diventarlo in futuro?
L’ispettore Holmes ha fatto una serie di operazioni che possono andare bene, anche se non si dovessero fare indagini poliziesche, ma si volesse scrivere la storia della propria vita[1]. Osserva bene.
- Ascolta i testimoni. Ma come si ascolta? Ci vuole attenzione e pazienza. Egli, in questo modo, raccoglie tutte le informazioni di cui può entrare in possesso.
- Decide ciò che è importante o da tralasciare.
- Mette a confronto le informazioni.
- Formula delle ipotesi.
- Trae delle conclusioni.
Le operazioni 2 e 3 significano che sa elaborare le informazioni.
L'ispettore ha fatto un'indagine. In sostanza ha fatto una ricerca (questo ormai lo hai capito).
Diciamo che ha fatto un’indagine seguendo un certo metodo. Ha seguito un preciso ordine nelle sue operazioni, cioè ha formulato delle ipotesi e ha tratto delle conclusioni solo dopo avere eseguito in maniera molto scrupolosa una serie di operazioni precedenti. Per questo, egli ha dovuto tralasciare la fretta della conclusione dell'indagine che volevano i suoi superiori (data l'importanza del conte!). Sapeva che aveva bisogno di tempo e anche pazienza.
Come lui ci insegna nel suo lavoro, tutti noi quando facciamo qualcosa, se vogliamo che il risultato cercato arrivi, dobbiamo seguire un metodo.
Regola assolutamente fondamentale sempre: ogni serie di azioni da compiere deve seguire un proprio metodo. Una delle più frequenti prediche che gli insegnanti rivolgono ai genitori è che il figlio deve apprendere un “metodo di studio”.
Apprendere un metodo di studio vuol dire imparare di più e meglio, facendo meno fatica[2].
Immaginiamo ora che a te sia venuto in mente di scrivere la storia della tua breve ma intensa vita. Vuoi fare, cioè, l'esperienza di scrivere un'opera di storia.
In questo caso, devi seguire un certo metodo che è seguito da chi fa il mestiere dello storico. Ovviamente, questo metodo si apprende studiando, ma, soprattutto, con l’esercizio e la pratica.
Lo storico per scrivere un'opera deve fare molte operazioni, ma qui te ne segnalo alcune che possono essere utili, anche per quando fai ricerche o composizioni scritte d’italiano.
Per prima cosa, devi raccogliere il maggior numero d’informazioni (notizie) sul tuo passato: foto, filmati, giocattoli, tuoi ricordi, racconti dei genitori, documenti come il certificato di nascita, di battesimo, le prime pagelle…
Insomma, tutto ciò che, in qualche modo, dice qualcosa del tuo passato.
Evidentemente il numero di questi documenti (che possiamo chiamare anche testimonianze) è molto grande e sarebbe molto difficile utilizzarli tutti, perché in questo caso verrebbe fuori una grande confusione (i documenti diventerebbero ingestibili).
1 Perciò, da tutto questo materiale devi scegliere quali informazioni utilizzare (se il giorno della tua nascita pioveva, la ritieni un'informazione importante?[3]).
La scelta è un'operazione molto difficile, alla tua età non sei capaci di farla, ma è importante capire il concetto che non tutto quello che tu hai fatto (o che ti hanno fatto fare) nel passato ha avuto la stessa importanza (i genitori ti hanno iscritto a un corso di pianoforte o hanno preferito insistere per la pratica del basket? È così dimostrato che sei portato per la musica o lo sport, forse diventerai e un artista, o un campione sportivo, o forse no?).
2 A questo punto cominci a scrivere il racconto della tua vita utilizzando il materiale scelto. Di solito (ma non è sempre obbligatorio), questo racconto è scritto seguendo un ordine cronologico (partendo dai tempi più lontani e portandoti a quelli più vicini, fino ad oggi).
3 Devi raccontare, come si dice nei tribunali, tutta la verità e solo la verità.
Non devi inventare nulla, perché in questo caso esci dalla storia, non sei più uno storico, ma una persona che racconta dei “fioretti”, cioè dei racconti edificanti, cioè solo quelli che fanno venir fuori gli aspetti migliori, magari esagerando un po’.
- “Ero un bambino buonissimo e adorato da tutti gli zii”. Questa è per te una notizia gradevole e, perciò, la metterai senz'altro nella tua storia perché ti fa fare una bella figura.
- “In prima elementare ero insopportabile e antipatico a tutti i compagni”. Una notizia che non ti fa fare bella figura, perciò, quasi quasi, ti verrebbe voglia di non raccontarla[4].
Il GRANDE CONCORSO: sempre più difficile, o forse no
Abbandoniamo questa volta la risposta alle domande perché passiamo a una fase nuova che consiste in una serie di operazioni elencate qui sotto e che devi eseguire in modo sequenziale (cioè una dopo l'altra nell'ordine con cui sono qui indicate).
Anche questa prova si propone di abituarti ad essere ordinato nel modo di svolgere i tuoi compiti, risparmiando tempo e ottenendo risultati migliori con minore fatica.
- Con la macchina fotografica digitale (vanno bene anche cellulari con fotocamera inserita) scegli due edifici del tuo territorio o una loro parte da fotografare (una casa, una fontana, un portone, una finestra, un monumento…)
- La prima foto deve contenere un edificio (o parte di esso), che secondo te, è “vecchio”.
- La seconda foto contiene un edificio che, a tuo giudizio, è “antico”.
- Scarica la le due foto sul tuo computer.
- Inserisci in un foglio di Word o di OpenOffice le due foto.
- Per ciascuna foto scrivi la didascalia.
- Per ciascuna foto scrivi un brevissimo testo esprimendo perché hai fatto questa scelta, che cosa ti ha colpito nella foto uno e nella foto due.
[1] Qui adopero un'espressione piuttosto impegnativa, da non prendere troppo sul serio. Ma è un'espressione che mi serve per farti capire, e lo vedrai un po' più avanti, che richiamare alla mente avvenimenti del nostro passato e magari, pensarci su un po' è un esercizio che serve, specialmente in questo nostro tempo nel quale sembrano avere importanza solo le emozioni del presente bruciate in momentanei chat e sms.
[2] E come si fa? Beh, non posso mica insegnarti tutto, devo lasciare qualcosa anche agli altri insegnanti!
[3] Ricorda però che devi essere tu che “scegli”, decidendo che cosa ha più significato.
[4] È difficile scrivere sulle persone potenti che sono ancora in vita. Se si scrive di loro solo bene, non si è onesti e completi (lo storico deve dire sempre tutta la verità), ma se scriviamo anche dei loro difetti o delle loro malefatte, temiamo che essi possano in qualche maniera vendicarsi. Anche per questo motivo si fa la storia delle persone che sono morte da diversi anni, perché si vede meglio che cosa hanno fatto di bene e di male e si è perciò più obiettivi, ma, soprattutto, si è più liberi. Avresti il coraggio di dire a voce alta tutto quello che pensi dei tuoi insegnanti?
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