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4. Lo sviluppo di attività laboratoriali può essere realizzato all’interno delle ore di lezione riconoscendo ad essi la giusta importanza qualitativa e corrispondente impiego di tempo. In essi gli alunni non sono più soltanto oggetto di una comunicazione da… a…, ma sperimentatori di un nuovo modo di apprendere meno passivo, coinvolgente e gratificante.
5. Sostituire la quantità di “cose” da imparare con la qualità, cioè approfondendo e concettualizzando. Ci sono, ma non sono poi tantissime le conoscenze di base, quelle che è fondamentale “conoscere prima”, molto più importante è invece sapere “dove trovare” e “cosa fare” in una estensione complessa, problematica, in continua trasformazione del conoscere. Ci sono tantissime cose che in fondo si possono anche non sapere.
In conclusione, direi una cosa ampiamente scontata, ma che qui ha una sua precisa valenza: una effettiva innovazione didattica ed organizzativa non può essere lasciata a un solo insegnante, per quanto preparato e impegnato. Certe iniziative, come quelle sopra soltanto accennate, se isolate, potrebbero apparire estemporanee, provocando resistenza nei colleghi e diffidenza nei genitori.
Un profondo e sostanziale rinnovamento è senz’altro compito del collegio dei docenti (anche con la direzione o almeno la il coordinamento del Dirigente Scolastico), magari con la collaborazione di esperti di problematiche pedagogiche, in modo che con le sei ore della giornata scolastica non diventino una insopportabile fatica per alunni e frustrazione per i docenti.
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