Io uso raramente Facebook e solo in due occasioni: quando mi viene voglia di comunicare qualche mia riflessione oppure se ritengo utile condividere qualche articolo di giornali e riviste che trovo stimolanti per conoscere o per riflettere e giudicare. Pur avendo viaggiato tanto le foto che “posto” sono quelle che mi hanno dato qualche particolare emozione. Il che, ovviamente, non capita tutti i giorni. In compenso quotidianamente sulla mia pagina trovo tanti post di “amici” che sulla loro scrivono qualcosa e poi condividono.
A me viene di fare questa osservazione: a parte qualche eccezione, trovo che moltissimi, vorrei dire quasi tutti, sono condivisioni prese probabilmente da altre pagine e fatti girare, solo perché le condividono o piacciono. Ma mi domando l’utilità in questo dei “social”. Voglio dire che cosa comunicano delle loro idee, del modo di guardare la realtà, di quello che vogliono ecc, cioè che cosa alla fine conosco di questi amici, che cosa mi comunicano?
Attraverso le loro condivisioni conosco indirettamente le loro preferenze o quello che hanno combinato (se si sentono vicini a quel partito o lo odiano, se sono andati a mangiare la pizza con gli amici…, se hanno preferenze per i cani o per i gatti…, se l’amico/a del cuore si è trasformata in amore o il contrario…). Ma se sono amici veri che conosco personalmente o colleghi questo già lo so.
E poi i post “contro o pro” non cambiano nulla perché semmai sono visti da chi ha già quelle idee o quella visione della politica e del vivere…
Hanno l’aria di essere solo degli “sfogatoi, e i commenti, quando ci sono, sono di una grandissima banalità. Dove sta la vera utilità dei social? Perché questo bisogno di condividere con il mondo intero aspetti personali della propria vita?
In compenso qualche “amico”, di cui ovviamente non faccio il nome ma c’è, rivela nei suoi post grande intelligenza e capacitò di “dare” veramente qualcosa. E quando trovo il suo post lo leggo attentamente anche se non metto quasi mai “mi piace” anche per non dare occasione all’algoritmo di inquadrare preferenze atteggiamenti gusti che possono farmi diventare un “numero” su cui porre l’attenzione come oggetto del “grande mercato globale”, perché, ma credo lo si sappia, il “Grande Fratello” ci segue attentamente giorno per giorno.
(Antonio Boscato)
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